La Cultura Organizzativa è come un fascio di colori: ogni Azienda ha una colorazione che ne prefigura la personalità organizzativa.
Le categorie valoriali che definiscono il profilo di una cultura organizzativa ne colorano la personalità.
L’interpretazione del colore della cultura organizzativa della mia azienda passa attraverso la lettura delle sfumature.
Che cos’è e a cosa mi serve.
«Sono imprenditore o sono manager, ho bisogno di capire l’ambiente nel quale mi trovo e come gestirlo conoscendo la natura e le cause dei comportamenti e delle modalità di comunicazione interpersonale che colleghi e collaboratori adottano nei miei confronti, tra loro e con l’esterno»
Ogni comunità vive secondo regole proprie.
Regole che, sebbene non scritte, esistono e sono potenti. Le c.d. Carte dei Valori, che pretendono di rappresentare o influenzare condotte di comportamento organizzativo, mostrano scarso successo nell’indirizzare la cultura organizzativa. Gli atti formali, se non sostenuti da condivisi e convinti comportamenti manageriali e stili di management, non genereranno alcun fattore di influenzamento positivo sulla cultura organizzativa.
La storia di un’azienda, la personalità dei fondatori, il tempo di vita, il settore di mercato e le tecnologie adottate, gli stili manageriali del Vertice, dei Senior e dei Junior Manager, il tipo di assetto organizzativo, le prassi e le procedure sono tra quei fattori intangibili, ma potenti, che concorrono a determinare un clima organizzativo interno che caratterizza i modelli di pensiero delle persone e quindi ne influenza i comportamenti: tutto questo è cultura organizzativa.
La cultura organizzativa è anche il prodotto di una chimica che si attiva dallo scambio con le caratteristiche dei fattori di personalità dei manager.
Il tipo di mentalità, di valori, di ambizioni personali, la dominanza della propria personalità e ruoli di potere entrano in un rapporto simbiotico con i fattori ambientali legati alla storia dell’Azienda e agli stili manageriali e dei diversi ruoli di responsabilità organizzativa.
La chimica e le simbiosi concorrono a generare i modi di vedere le cose, le scelte delle tecniche di management, gli stili di comportamento e di relazione interpersonale e le dinamiche di decision making che fanno la differenza tra un’organizzazione e l’altra.
La cultura organizzativa è inevitabile: esiste anche se qualcuno non la vede. Non si può negarne l’esistenza per il solo fatto ignorarla.
La cultura organizzativa è come una galassia formata da stelle, oggetti evidentemente visibili e misurabili, e nebulose, visibili da lontano, ma non se ci sei dentro.
È come polvere, che vedi solo quando si deposita.
La cultura organizzativa è l’insieme composto di stelle: artefatti rappresentati da simboli, colori, design della location, comunicazione del brand, dress code, ecc.
Questo è come vedere il bosco dall’alto, pensando che sia l’intero, mentre è solo un’illusione. Perché la parte più significativa, quella viva, capace di trasformare le cose, è quella che non si vede: il sottobosco.
La cultura organizzativa nasce nel momento in cui viene concepita l’idea d’impresa. È in questo momento, come una scintilla, che la personalità dell’ “imprenditore-visionario” – i suoi sogni e le sue ambizioni – la sua storia, quella della sua famiglia e di quanti sono stati suoi compagni di vita e antagonisti, finanche i luoghi e il tempo in cui ha vissuto, i valori e le credenze, hanno acceso una fiammella. È il principio della cultura d’impresa.
Ma qualcosa che nasce, anche fosse solo un’idea, lo fa per raggiungere un obiettivo, una forma, dare senso e significato alla propria esistenza.
La cultura organizzativa è ciò che spiega il senso e il significato all’impresa che si è creata e che l’ha prodotta. Dunque, la cultura organizzativa nasce prima e durante l’atto fondativo dell’impresa, continua a svilupparsi in processi trasformativi e sopravvive all’azienda stessa, diventando memoria.
Sopravvive nel senso che diventa contaminante per culture organizzative di altre imprese. Si guardi all’esempio di tutte le grandi famiglie imprenditoriali. Esse sono la prova di quanto sopra spiegato nell’attribuzione di significato alla cultura organizzativa: Olivetti, Mercedes, Ford, FCA, Brembo, Illy, Ferrero, Benetton, e numerose altre.
La cultura organizzativa vive la propria metamorfosi fino a diventare fonte di conoscenza condivisa, sia esplicita che tacita.
La cultura organizzativa:
non so cosa sia, ma so riconoscerla quando la vedo.
La citazione di P. Stewart, sebbene qui ricontestualizzata, è più di un aforisma e aiuta a spiegare il senso, a volte difficilmente trasferibile, del significato di cultura organizzativa e d’impresa.
Il punto è essere in possesso di marker cognitivi che consentono la giusta interpretazione del significato di una determinata cultura organizzativa e di quelli quantitativi che consentono di prenderne le misure.
Imprenditori e Manager devono sviluppare le capacità d’uso di queste due classi di marker per avere gli strumenti interpretativi che consentono loro di adottare comportamenti organizzativi ottimali rispetto alle specifiche peculiarità aziendali.
La cultura organizzativa risente pesantemente anche degli effetti conseguenti ai mutamenti tecnologici epocali. La Rivoluzione Digitale è il fattore che influenza e governa i cambiamenti organizzativi, i modelli di pensiero e gli stili manageriali. Le stesse dinamiche dei mercati si stanno muovendo con logiche nuove e diverse.
La cultura organizzativa nasce per atto autogenerativo, si sviluppa attraverso processi di mutamento continuo di non facile decodificazione. È elemento di reputazione dell’immagine aziendale stessa e ne viene riconosciuta l’importanza di essere determinante e contributoria ai risultati di business. E per questo si cerca di governarla indirizzandone la traiettoria. Oggi ancora più impegnativo poiché questo processo deve misurarsi con l’elemento nuovo, quello che può stravolgerne i parametri: il Digitale.
Il manager deve avere lo strumento per interpretare che tipo di cultura organizzativa ha la sua Azienda e quindi come virare il proprio comportamento per ridurne le dissonanze.
Lo strumento lo dà la formazione. Lo strumento lo dà il webinar progettato ad hoc.
Webinar dal titolo “La Cultura Organizzativa”, che costituisce il secondo capitolo di Note di Management e che segue il primo sulla Dinamica dell’Apertura Mentale.
Il webinar consente di comprendere la cultura organizzativa: cos’è, a cosa mi serve, come è utile per il processo di decision making e come gestire i condizionamenti che si ripercuotono sul mio comportamento e su quello degli altri.
Lo sviluppo delle necessarie capacità interpretative per comprendere un profilo ottimale di comportamento adeguato alle peculiari caratteristiche della cultura della mia azienda, passa attraverso la disponibilità di uno strumento di misurazione – il test – e la cura delle proprie abilità soggettive e conoscenze di tecniche manageriali e professionali facilitanti l’allineamento organizzativo.
Per saperne di più: il link al programma
Lettura consigliata su digitale e stili manageriali:
Volare Digitale – Governance e competenze per una trasformazione senza confini, Maria Grazia De Angelis, NeP edizioni.